martedì 4 aprile 2017

OGNI LIBRO HA LE SUE CITAZIONI: TUTTE LE FRASI PIU’ BELLE DI “BLACK FRIARS. L’ORDINE DELLA CROCE” DI VIRGINIA DE WINTER.

Buongiorno lettori! Torna un nuovo appuntamento con una delle mie rubriche preferite dedicata alle frasi più belle estrapolate dall’ultimo romanzo che ho letto.
L’ordine della Croce è il quarto ed ultimo capitolo della serie fantasy Black Friars che ho adorato dalla prima all'ultima pagina.
Una perla del genere che racchiude una storia originale, uno stile inimitabile e uno straordinario corollario di personaggi.

BLACK FRIARS. L’ORDINE DELLA CROCE DI VIRGINIA DE WINTER

Trama: La Vecchia Capitale non ha pace. Scossa dai tumulti del Presidio, avvelenata dai malefici di Belladore de Lanchale, l'antica città dovrà ora affrontare un nemico senza eguali. L'ultima erede della dinastia Blackmore, garante della tregua con le creature del Presidio, è stata ritrovata, ma le malvagie entità accetteranno che sia proprio la giovane Sophia a custodire un armistizio suggellato dalla sua antenata migliaia di anni prima? Le forze del male hanno destato dal suo riposo l'Ordine della Croce e i cavalieri sono pronti a imbracciare le mitologiche spade per difendere il genere umano dalla minaccia delle nebbie demoniache. Intanto, ancora ignara del pericolo, Eloise Weiss è alle prese con il misterioso ritrovamento dello scheletro di uno studente dell' Università. Questa volta i suoi poteri di Evocatrice sono vani, ma grazie alle sole conoscenze mediche giunge a una verità inquietante: le ossa rinvenute sono le chiavi di uno scrigno che sigilla i segreti più oscuri della Vecchia Capitale, segreti di personaggi potenti disposti a tutto perché non siano svelati. Eppure, come in un labirinto di delitti e apparizioni dal passato, ogni filo di questa storia passionale e avvincente sembra destinato a ricongiungersi.
Ecco le frasi più bella tratte da “BLACK FRIARS. L’ORDINE DELLA CROCE” DI VIRGINIA DE WINTER.

«Hai bevuto», constatò lei, assorbita dalla sensazione della barba che le graffiava la guancia.
«La nostalgia che provo per voi è più sopportabile sul fondo di un bicchiere, signora».
«Ti amo, Eloise, da sempre. Ti ho amata anche dall’inferno in cui ero precipitato, e l’ho attraversato per tornare da te. E ho paura, paura di quei pensieri che non possiamo pronunciare ad alta voce, di quei dubbi che non potrò mai sciogliere perché averti di nuovo mi sembra un miracolo così fragile che prima o poi andrà in pezzi».
Eloise lasciò ricadere le braccia lungo i fianchi e lo osservò riempire il bicchiere e vuotarlo in due sorsi. «Sei deciso a farti del male, questa sera», commentò. «Chi si prenderà cura di te quando ti sveglierai con un terribile mal di testa?». Lui si voltò e sollevò il bicchiere, fissandola con occhi ardenti mentre un lento sorriso gli incurvava le labbra. «Nessuno, signora. Rimarrò sveglio a bere alla vostra bellezza e poi espierò con il malessere ogni momento in cui le circostanze mi hanno costretto a starvi lontano».
"Sono vostro», disse. «Non esistono chiavi per la mia cella».
«Leggi sempre tutti i libri che puoi, suona, ama la musica e vai all’opera. L’arte sarà la tua oasi di bellezza anche nei momenti più bui, e ti consentirà di mantenere intatta la tua anima».
«Quel giorno mi dicesti che non c’era alcuna possibilità che noi potessimo essere insieme, che io avevo solo quindici anni e tutta la vita davanti; che mi sarei innamorato e ti avrei dimenticato».
Gli occhi verde mare di Adrian avevano un’espressione indefinibile e a Cain parve che un’agitazione inusuale per lui affiorasse sopra la consueta superficie calma.
«E io ti risposi che non avrei potuto», disse Cain, allungando una mano per appoggiargliela sopra il cuore, e sentì che l’altro aveva il battito accelerato. «Non avrei potuto dimenticarti, e se mai fosse accaduto avrebbe soltanto potuto significare che mi sarei di nuovo innamorato di te a prima vista».
Quando aveva posato per la prima volta lo sguardo su Christabel Von Sayn, Stephen Eldrige aveva quattordici anni e aveva deciso che la poesia era del tutto inutile.
Impossibile ricorrere a parole che mai sarebbero state in grado di descrivere l’esatta traiettoria delle gocce che scivolavano sulla pelle perfetta, luminosa come raso bagnato, oppure l’espressione con cui lei lo stava guardando, il modo in cui il suo sangue rispondeva a quello sguardo.


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