giovedì 27 ottobre 2016

OGNI LIBRO HA LE SUE CITAZIONI: LE FRASI PIU’ BELLE TRATTE DA “DELIRIO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE” DI DAVID SAFIER

Buonasera lettori! Era da un po’ che non leggevo un romanzo di quest’autore decisamente estroso e originale.
Le citazioni che vi propongo in questa puntata sono tratte da Delirio di una notte di mezza estate una storia brillante e arguta 
che in maniera esilarante ci parla del destino e delle scelte di vita.


Trama: La convivenza tra un uomo e una donna - si sa - può essere un vero incubo. Ma che cosa accadrebbe se i due si ritrovassero a condividere addirittura lo stesso corpo? È quello che succede a Rosa, giovane maestra dal cuore infranto, quando decide di farsi ipnotizzare da un sedicente mago per dimenticare i suoi problemi sentimentali: si ritrova catapultata nella Londra del XVI secolo e imprigionata nel corpo di un uomo. E non di un uomo qualunque, bensì di William Shakespeare! Per colpa di un bizzarro sortilegio, Rosa non potrà tornare indietro finché non avrà assolto un piccolo, semplice compito: scoprire che cos'è il vero amore. Impresa tutt'altro che facile, soprattutto perché la poveretta dovrà farlo vestendo i panni dell'illustre scrittore, in un'epoca che conosce soltanto attraverso vaghe reminescenze scolastiche, per di più circondata da damigelle ansiose di conquistare il cuore - e non solo del bel bardo. Eppure, mentre Rosa si barcamena alla meno peggio tra duelli, incontri galanti e intrighi di corte, cercando nel frattempo di tenere a bada l'esuberante spirito di Shakespeare - per nulla felice che una donna abbia il controllo della sua vita! -, fra loro nascerà la storia d'amore più tenera e originale di tutti i tempi.
Di seguito tutte le frasi più belle di DELIRIO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE DI DAVID SAFIER:

Perché un insegnamento la vita me l'aveva trasmesso: se si cade vittima dell'amore si può solo pregare di avere a disposizione due cose, un pezzo di corda e una sedia traballante.

«Nella commedia la coppia di innamorati si unisce sempre durante il quinto atto. Ma se ci fosse un sesto atto, quest'ultimo mostrerebbe la successiva evoluzione dell'amore, e la commedia diverrebbe in questo modo una tragedia».
«William», disse Kempe compassionevole, «hai una visione assai triste dell'amore.»
« Una visione realistica», ribattei, e aggiunsi: «La visione realistica dell'amore è sempre triste»
 «Qual è il problema più impellente della sua vita?» chiese Prospero.
«L'amore...» risposi rilassata, e mi sedetti sulla sua branda.
«È lo stesso per la maggior parte delle persone. Dipende dal fatto che non sanno cosa significhi il vero amore.»
«In base alla mia esperienza l'amore della vita non dura tutta la vita», replicai con tristezza.
«Allora non sapete che cos'è il vero amore»
L'atto del corteggiamento era almeno tanto eccitante quanto il vero e proprio atto sessuale. E di regola durava anche più a lungo. Se le persone di quel tempo non sapevano assaporare il corteggiamento, che cosa erano in grado di godere?
Perché anche di questo si trattava in amore: curare le ferite che la vita ci ha riservato.

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