sabato 22 ottobre 2016

LA MIA OPINIONE SU : SEI ORE E VENTITRE MINUTI DI DOMITILLAS. DI PIETRO

Buon pomeriggio lettori! La recensione di oggi è dedicata ad un thriller basato su una storia di violenza subita realmente dall'autrice.
Una lettura forte, ma che mi ha lasciato alcuni dubbi. Leggete la mia recensione per saperne di più.

Titolo: Sei ore e ventitré minuti

Autore: Di Pietro Domitilla S.
Prezzo: € 14,90
Dati: 2016, 318 pagine
Editore: Time Crime 
Trama: Settembre, è notte nella campagna toscana. Frida è irrequieta e ha voglia di camminare. Si sente sicura, conosce quei luoghi e non ha paura. Afferra uno scialle mentre il cellulare le sta squillando, non se ne accorge ed esce. Pochi passi, un rumore di foglie calpestate, e Frida viene afferrata da dietro, trascinata in un casolare, legata a un letto per sei ore e ventitré minuti. Se urla, l'ammazza, se non fa come dice lui, aumenta il dolore. L'unico modo per sopravvivere è isolare la mente e volare lontano dove non c'è traccia di tutto quel sangue... Cosa sarebbe successo se avesse risposto al telefono? Quale destino le avrebbe riservato il futuro? Avrebbe evitato l'orrore di quella notte che l'ha segnata per sempre? Con l'abile tecnica dello sliding doors, Domitilla Di Pietro racconta la sua drammatica storia, una violenza subita anni fa per una notte intera, il dolore fisico e la profanazione mentale, la morte del cuore e la sua resurrezione, ipotizzando anche un'altra vita, fatta di sogni e problemi quotidiani. Ma non sempre quello che sembra destinato a essere più rassicurante è ciò che ci rende più forti e profondi.
La mia opinione: Questo romanzo viene presentato come un thriller, ma in realtà non mi è sembrato per nulla tale.
La storia si basa sulla reale esperienza dell’autrice che ha subito la stessa tortura e le terribili conseguenze della protagonista.
Indubbiamente una testimonianza forte che ci parla di una donna che ha vissuto un’esperienza angosciante e terribile che l’ha profondamente segnata nonostante abbia trovato il coraggio di affrontare la situazione.
Il romanzo segue uno stile narrativo molto particolare in quanto la vicenda si divide in due punti di vista nel momento in cui un avvenimento di poco conto si rivela determinante nella svolta del destino di Frida.
Poco prima di uscire la protagonista riceve una telefonata a cui non risponde e che la porta ad andarsene da sola di casa e ad incontrare il suo carnefice. A questo punto l’autrice si chiede…cosa sarebbe accaduto se Frida avesse risposto al telefono?
A questo punto la storia si dirama in due parti, la prima ci racconta cosa è accaduto alla Frida che ha non ha risposto al telefono e ha incontrato l’uomo che le ha sconvolto la vita mentre la seconda ci presenta la situazione che si sarebbe potuta presentare se Frida avesse preso la chiamata e fosse rimasta in casa.
E’ interessante il modo in cui l’autrice ha tessuto la vicenda, perché ci racconta due svolte diverse del destino, riguardanti la stessa persona, in corsa su binari paralleli.
Ho apprezzato molto questa scelta narrativa che rende la storia più gustosa e piacevole da leggere.
A non soddisfarmi di questo romanzo sono stati i personaggi che ho trovato troppo impostati, incapaci di “bucare” la carta e arrivare dritti al cuore del lettore. Ho avuto la stessa impressione per molte situazioni e soprattutto per i dialoghi che ho trovato finti e poco naturali.
Nonostante la scrittura dell’autrice sia fluida e scorrevole, ho trovato tutto troppo perfetto e costruito, una sensazione che non mi ha fatto immergere completamente nella lettura. In alcuni momenti mi è sembrato quasi di leggere una sceneggiatura più che un romanzo.
Come vi anticipavo all’inizio, non definirei thriller il genere di appartenenza di questo romanzo, perché non mi ha trasmesso adrenalina, non mi ha tenuto sulle spine e non mi ha sconvolto con nessun colpo di scena.
Personalmente lo definirei più come la testimonianza di una donna che è riuscita a superare con coraggio e grande forza un episodio terribile della sua vita e che ha cercato di dare una risposta all’inevitabile domanda “ Che cosa sarebbe successo se?”
Sfortunatamente non riesco a dargli un giudizio pienamente sufficiente in quanto non sono rimasta colpita dallo stille troppo impostato e dai personaggi poco naturali.

VALUTAZIONE FINALE: 3 FATINE MENO MENO

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Buona lettura
Anita

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